Dopo la disfatta napoleonica in terra di Russia (1813), la Valtrompia torna ad essere teatro di incessanti scontri tra le truppe francesi che vanno e quelle austriache che tornano. All’inizio del 1814 due colonne di soldati, scese dal Trentino, riescono ad impadronirsi di Gardone.
Di lì a pochi giorni, il nostro territorio divenne teatro di un’ultima furiosa battaglia. Scrive il Cominazzi:
Era il giorno 9 febbraio 1814 che Gardone di Valtrompia venne occupato da un corpo di 3.000 austriaci comandati dal Generale Tulisnau, proveniente dal Tirolo percorrendo la Valle della Berga, Idro, Vestone, Casto, Lodrino, ciò per schivare Rocca d’Anfo. Il corpo maggiore di queste truppe alloggiò in Gardone, un piccolo numero in Inzino, altro al ponte di Zenano frazione del Comune di Sarezzo. Il Generale Tulisnau venne alloggiato in casa Beccalossi.
Ma ecco giunse da Brescia un battaglione di soldati francesi e italiani fra cui 50 gendarmi a cavallo che si attestarono tra Sarezzo e Ponte Zanano. Nella notte fra il 14 ed il 15 febbraio, festa di San Faustino, questo distaccamento francese diretto dai Generali Giuflenga e Bonfanti attaccarono di sorpresa gli austriaci.
Il Generale austriaco fuggì da casa Beccalossi vestito da camera lasciando ivi la cassa di guerra con il suo cavallo e riuscì a riunire il suo corpo d’armata nel punto di difesa al ponte sopra il Mella ad Inzino occupando la sponda sinistra del Mella nel fondo Loneto.
I francesi si spinsero fino al principio d’lnzino, anzi sino alla romiglia colossale ornamento di quella piazza. All’aurora del giorno 15 i francesi dovettero ritirarsi tosto in marcia forzata e rifugiarsi a Brescia.
I Tedeschi vincitori ritornarono in Gardone e il Generale Tulisnau ritrovò la sua cassa e il suo cavallo.
I morti verificati da ambe le parti furono 180 compreso Gardone ed Inzino, e questi vennero tumulati ivi in luogo separato nel camposanto di Gardone e 20 vennero verificati al ponte di Zanano ed ivi tumulati nel fondo detto Codeole, proprietà Moretti di Gardone, che tuttora esiste lì una croce di legno con anconetta che ricorda i morti della guerra dei SS Faustino e Giovita del 1814; altri poi vennero tumulati sul luogo di ritrovo lungo la campagna. Dopo la battaglia 200 feriti furono ospitati in casa Cominazzi, ora casa Paroli e dalla pietà dei gardonesi le venne usata la più tenera cura e carità.
La maggior parte di questi feriti morirono per eccessivo rigido freddo che le ferite si risolvevano in cancrena.
Accanto ad episodi di umana pietà, ci furono anche da una parte e dall’altra vendette e prepotenze.
È in questi giorni che si verifica l’episodio ricordato da Mauro Abati e Ameria Peli che ha per protagonista e vittima Ottavio Bailo, sindaco di Sarezzo, il quale, temendo per la propria incolumità, aveva cercato un rifugio nel suo palazzo di Visala.
Proprio la sera del giorno 14 febbraio alcuni uomini armati al comando di un certo capitano Agostini, tirolese, facente parte dell’esercito austriaco, giungono in Visala, irrompono nell’abitazione del Bailo e lo arrestano insieme a tutti i presenti.
Ottavio Bailo viene insultato e trascinato in un’osteria di Zanano dove gli viene estorta una dichiarazione (una carta) con la quale si impegna a pagare all’Agostini 800 lire.
Il 17 febbraio i soldati austriaci che avevano trovato alloggio per alcuni giorni all’osteria comunale in Ponte Zanano se ne andarono e l’oste Francesco Gitti di Inzino si affrettò a consegnare agli amministratori comunali di Sarezzo l’elenco delle spese sostenute per la permanenza dei soldati. Il consiglio comunale “esaminò le pretese dell’oste Gitti della complessiva somma di lire milanesi 580; ritenendo che reali erano state le somministrazioni fatte, il loro valore e costo”, si rifiutò però di pagare il tutto giudicando eccessivo il costo presentato.
Soltanto tre anni dopo, in seguito alle continue richieste dell’oste, il comune si decise “a corrispondere a tacitazione finale delle pretese Gitti, la somma di austriache lire 191,88, pari a milanesi lire 250.
6 aprile 1814. Napoleone Bonaparte è costretto ad abdicare.
24 aprile 1814. Il maresciallo austriaco Fenner von Fennenburg entra da trionfatore in Brescia con le sue truppe imperiali. La Lombardia passa così sotto il dominio austriaco. R. Simoni, Per le contrade di Sarezzo.