La parola “castello” richiama alla mente i manieri medievali provvisti di bastioni, torri merlate e ponte levatoio.
Niente di tutto questo per il castello di Testaforte. Esso era un borgo fortificato, attestato (lo dice il nome) in un punto strategico per la difesa della valle.
In caso di necessità poteva essere completamente isolato: a est, a ridosso della montagna, c’era il fiume, sugli altri lati era circondato da un fossato con l’acqua derivata dal Mella che scendeva dall’attuale piazza Canossi lungo il vicolo Mella con andamento semicircolare finendo quindi nel fiume.
Visto dall’alto questo angolo di paese, conosciuto dagli anziani come “el Caste!”, rivela ancora oggi la caratteristica forma ellittica dei castelli medievali.
Presso piazza Canossi c’è un altro angolo del vecchio paese denominato “la Cola”. È una stradicciola in leggera salita (oggi via Testaforte), una lingua di terra sopraelevata di qualche metro e parallela al vicolo Mella. L’appellativo di Cola, che in dialetto significa “aiuolà”; è chiaramente giustificato: si tratta di un rilievo artificiale ottenuto con l’accumulo di materiale scavato per formare il fossato.
Il termine “Cola” potrebbe anche derivare dal fatto che qui sorgeva il forno fusorio nel quale avveniva la colata del ferro.
La radice “Co-col” è presente in molte voci relative alla lavorazione della terra e dei minerali: contadino – colono- colere (coltivare) – colata (fusione). R. Simoni, Per le contrade di Sarezzo.