La Valtrompia L’acquedotto romano Il cristianesimo Brescia longobarda
Già prima della conquista romana, lungo la valle e sui pendii montuosi, erano sorti alcuni villaggi, i primi nuclei di Polaveno, Inzino, Magno, Pezzaze, Marmentino, Irma ecc.
Gli abitanti vivevano preferibilmente sui monti ricchi di boschi, pascoli e selvaggina e dai quali si potevano estrarre minerali in abbondanza.
Buona parte dei prodotti ricavati erano poi destinati al commercio. Pastori, artigiani e mercanti percorrevano non solo i sentieri della valle, ma raggiungevano i paesi delle valli vicine ed anche il Trentino attraverso una serie di mulattiere e sentieri tracciati sui monti e nel piano al tempo degli Etruschi e dei Celti.
A nord di Inzino una strada saliva lungo la valle costeggiando il fiume, si biforcava a Lavone per dirigersi sulla sinistra a Pezzaze e sulla destra a Bovegno.
A sud di Inzino la più antica strada di valle, attraverso la Vai Cavrera (attuale località Convento nel comune di Gardone VT.), scendeva a Ponte Zanano e, sempre sulla destra del fiume, passava al Gélé, a Noboli e a Cogozzo, fino a raggiungere San Vigilio, saliva poi il Colle di S. Stefano, scendeva a Collebeato, a Urago e giungeva a Brescia attraverso il Ponte delle Crotte, allora notevolmente distante dalla porta occidentale della città.
Da Gardone partiva una seconda strada sulla destra del fiume fino a Ponte Zanano da cui, scavalcato il Mella, scendeva a Zanano, Sarezzo, e Valgobbia, per proseguire ai piedi della montagna fino a Pregno, Concesio, Bovezzo.
Le due strade, correndo accostate alle opposte pendici dei monti, favorivano lo scarico dei prodotti della montagna, a quei tempi molto intenso, rispettavano i campi coltivati e facilitavano le comunicazioni in senso longitudinale.
I collegamenti fra i villaggi collocati sulle opposte rive del fiume erano difficili perché i pochi ponti esistenti erano spesso distrutti dalle piene del Mella.
Nel tratto da Sarezzo a Ponte Zanano dovevano però esserci, già in epoca romana, due ponti, quelli che chiamiamo “el put de Noboi” e “el put de Zenà”, il primo allo sbocco della valle di Lumezzane, il secondo a quella di Gombio.
Solo la presenza di questi due ponti, che la tradizione popolare definisce “romani”, poteva favorire le comunicazioni che c’erano tra la Valle Camonica e la Valle Sabbia, passando da Lumezzane e da Polaveno attraverso il nostro territorio.
Dai tempi degli Etruschi, per tutto il periodo romano e medievale, le vie di collegamento tra la Valle Sabbia e la Valle Camonica frequentate da mercanti, pellegrini e soldati furono quelle che attraversavano il territorio di Sarezzo autentico crocevia delle tre Valli.
I numerosi percorsi montani, frequentati da uomini, animali e carriaggi in ogni periodo dell’anno, erano punteggiati da posti di ristoro, bettole e stalle. Nel medioevo, per iniziativa delle pievi e dei monasteri, sorsero ovunque cappelle e chiesuole con un ricovero per i pellegrini. R. Simoni, Per le contrade di Sarezzo.