Nel corso degli scavi per la costruzione del Centro Scolastico Polivalente di Sarezzo, nell’anno 1982, venne alla luce una necropoli che gli archeologi fecero risalire all’ alto medioevo.
“In un area di circa 170 metri quadri – scrisse allo] Alfredo Soggetti – e ad una profondità di 50-60 centimetri, furono rinvenute ventotto sepolture.
Secondo l’archeologo Andrea Breda si tratta di un cimitero cristiano forse usato in due epoche diverse, lo proverebbe il diverso orientamento delle tombe, numerose delle quali sono di bambini.
Le tombe erano costruite con rozze pietre di cava, senza lavorazione alcuna.
Solo una tomba aveva come copertura una lastra di pietra lavorata, forse impiegata per una precedente sepoltura. Le pietre erano accostate l’una all’altra e sigillate con un impasto di calce e terra, così da formare una specie di sepolcro; il fondo era in nuda terra.
Gli scheletri così inumati si presentarono ben conservati; ma pochi e di scarso significato furono gli oggetti rinvenuti: frammenti di pettini in osso, fra cui un pettine provvisto di manico.
In una tomba c’erano alcuni oggetti in metallo, frammenti di ceramica, fra essi, la parte terminale in ferro di una cintura All’esterno di una tomba venne trovata anche una moneta.
La semplicità delle tombe e degli oggetti rinvenuti porta a ritenere che le persone ivi sepolte appartenessero al ceto più povero.
La datazione della necropoli non è stata accertata, ma la si fa risalire al periodo longobardo.
Il territorio di Sarezzo, anche nei periodi delle più gravi invasioni e pestilenze, non fu mai completamente abbandonato.
Le sue risorse silvo-pastorali, la presenza di miniere e di acque erano motivo di richiamo anche per chi proveniva da altre località ed era alla ricerca di una dimora stabile in una zona adatta all’insediamento.
Probabilmente, per la sua posizione la necropoli fu utilizzata per un lungo periodo dagli abitanti di Sarezzo, Zanano e Noboli. R. Simoni, Per le contrade di Sarezzo.