Le origini di un idioma

Zenà-Zanano     Noboi-Noboli     Sèrès-Sarezzo     La Mèla-Il Mella     Mèla o Mèlo

I Valtrumplini sono discendenti dei primitivi abitanti del periodo neolitico ai quali, lungo i secoli, si aggregarono svariate tribù o vere e proprie migrazioni provenienti dal resto dell’Europa e dall’Asia.

Su questo substrato estremamente composito, come si è visto, scese poi la grande migrazione celtica che lasciò più marcati segni della sua presenza.

Ogni gruppo aveva propri usi e costumi, possedeva alcune peculiari caratteristiche fisiche e parlava un proprio linguaggio.
Erano giunti in Europa in tempi ed attraverso percorsi diversi, ma tutti provenivano dalle lontane regioni asiatiche in prossimità dell’odierna India.

Nel loro plurisecolare e lento cammino verso l’Europa erano venuti a contatto con altri popoli dai quali avevano appreso nuovi vocaboli, ma i loro disparati linguaggi riuscirono a conservare una affinità fonetica e lessicale sorprendente.
I linguisti sono concordi nell’affermare che dal grande ceppo indoeuropeo traggono origine le lingue ed i dialetti parlati in Europa fin dall’antichità: l’etrusco, il retico, il celtico, il greco, il latino, le lingue slave, germaniche, neolatine.

Oggi, dopo tanti secoli e con il costituirsi delle varie nazionalità, questa lontana parentela linguistica è difficilmente riconoscibile; tuttavia l’analisi di alcuni vocaboli può riservarci delle sorprese.

Due note di toponomastica (dalla radice al significato).
Tra le parole che maggiormente hanno resistito all’usura del tempo ci sono toponimi dialettali tramandati oralmente, i nomi delle località come Noboi, Zenà, Sèrès, Naèze, Grina. Nomi carichi di una storia ignorata, che in molti casi affondano la loro origine nella notte dei tempi.

La tradizione popolare cercava di spiegare il significato dei toponimi sulla base dell’omofonia (corrispondenza del suono).

Tempo addietro gli studiosi cercavano di interpretare gli antichi toponimi ricorrendo al latino classico, quello della Roma di 2.000 anni fa, o, più spesso, al latino della decadenza, il latino che la chiesa usava nel medioevo barbarico.
Risalire al latino può essere molto utile, ma ricorrere sempre e soltanto al latino può essere fuorviante.

Facendo ricorso al latino il toponimo “Zanano” deriverebbe da” Gennanates”, nome che secondo alcuni stava ad indicare gli abitanti della bassa Valtrompia, secondo altri da “Acennanus”, presunto personaggio qui vissuto in epoca romana.

“Noboli” deriverebbe da “Opulus”, voce latina che indica una pianta, l’acero campestre, “Mella” da “Amellus”, un fiore che abbonda sulle rive del fiume.

È del pari errato far derivare “Valle Trompia” dal latino “Vallis Trium Plebium” (Valle delle tre Pievi), con riferimento alle tre pievi sorte in valle nell’alto medioevo.

Sappiamo infatti che il nome “Trumplini- Triumplini” è riportato da più di un documento d’epoca romana, quindi anteriore all’avvento del cristianesimo.

Molti toponimi, quelli di più antica origine, si possono interpretare solo risalendo alla preistoria, allorché i primitivi abitanti indicavano una località sulla base di quanto essi vedevano di caratteristico in quel determinato posto, coniando termini che potevano fare riferimento alla conformazione del terreno, alla fauna o alla flora, alla presenza di sorgenti, fiumi, grotte, miniere o al clima. R. Simoni, Per le contrade di Sarezzo.

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